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Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor? La storia sono loro (parte 3)

Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor? La storia sono loro (parte 3)

Settimo articolo della rubrica “Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor?” a cura di Stefano Mancini.

Nei due articoli precedenti abbiamo visto una cosa da non fare e una cosa da non fare per creare dei personaggi che siano ben caratterizzati e facilmente riconoscibili dal lettore.

Ma quando si parla di personaggi letterari si potrebbero (ed è stato fatto, quindi se avete tempo e modo recuperateli) scrivere dei libri. Qui voglio fornirvi solo delle veloci pillole per aiutarvi a districarvi e a difendervi dagli errori più comuni.

In questa terza parte voglio suggerirvi un altro modo per creare personaggi se non indimenticabili, di sicuro molto accattivanti.

Per farlo ripartiamo da quanto scritto nella nostra precedente “pillola”. Ricordate? Avevamo parlato di come caratterizzare un personaggio e avevamo detto che lo si poteva fare attraverso il suo comportamento. Ribadiamo che il comportamento caratterizza il personaggio, ma al tempo stesso è qualcosa che tutti possono vedere, è il modo in cui il personaggio si mostra al mondo; è, se vogliamo, il suo livello esteriore, il primo strato della cipolla. Ma anche se solo frutto della nostra fantasia e vivente solo su carta, un personaggio letterario deve essere quanto più credibile e realistico possibile.

E allora, come ognuno di noi, non avrà solo una chiave di lettura, non sarà monodimensionale, ma molto più complesso. Il nostro personaggio-cipolla dovrà avere per forza di cosa più strati sovrapposti.

Per capirlo meglio, riprendiamo l’esempio fatto nell’episodio precedente della nostra rubrica: vi ricordate della cassiera scontrosa, per non dire antipatica? Quella è la sua caratterizzazione esteriore, il modo in cui si mostra (o abbiamo deciso di mostrarla) al mondo. Ma cosa succederebbe se, in una scena successiva, la vedessimo che si avvicina a un bambino solo per dargli alcune scatolette? E cosa accadrebbe se venissimo a sapere che ha rubato quelle scatolette, rischiando di essere scoperta e licenziata? Avremmo un personaggio più complesso, più difficile da decifrare, con varie chiavi di lettura; i nostri lettori ne sarebbero certamente incuriositi e molto probabilmente vorrebbero saperne di più e capire quale sarebbe la vera cassiera: quella scontrosa o quella generosa? Quella che vediamo tutti o quella che si mostra solo al bambino?

PS: avete individuato il refuso inserito in questo articolo? Ricordo che al primo che lo scova e me lo segnala in privato l’agenzia offrirà uno sconto del 50% su uno dei nostri servizi editoriali a sua scelta.

Potete segnalare l’errore scrivendo un messaggio alla pagina Facebook Tracce d’Inchiostro oppure al profilo Instagram Tracce d’Inchiostro.

La caccia è aperta.

Stefano Mancini

Non conoscevi la rubrica “Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor?” e vuoi recuperare il primo articolo? Ecco il link! 

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