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Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor? - Una risposta sincera (e chirurgica)

Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor? Una risposta sincera (e chirurgica) di Stefano Mancini

Me lo chiedo – e me lo chiedono – spesso.

Ma come diavolo mi è venuto in mente di fare l’editor?

Giusta domanda. E allora proviamo a dare una risposta interessante.

Nel mondo dell’editoria ci sono tante professioni diverse, molte delle quali sconosciute ai più. Avrei potuto scegliere di fare l’agente letterario, ad esempio. Eppure, se mi guardo indietro, mi rendo conto di non avere mai avuto alcun dubbio. Ho sempre voluto lavorare in questo campo: come scrittore, ovviamente, ma anche come editor.

Amo la scrittura, e la amo a tal punto che devo viverla, devo manipolarla, devo affondarci le mani e rimestare un po’… un bel po’, a dirla tutta. A volte mi sento come un chirurgo, che per curare una malattia e salvare un paziente non ha altra soluzione che aprirlo, guardargli dentro e mettersi a rovistare finché non capisce cosa c’è che non va.

Ecco, come editor non mi sento di fare qualcosa di tanto diverso. Mi piace sviscerare (o eviscerare, dato il confronto?) un manoscritto; analizzarlo, ribaltarlo e scardinarlo fin nelle sue fondamenta. Mi piace “pasticciare” con i testi; quando un autore mi affida un suo libro mi sento come un bambino a cui abbiano appena dato un set di colori a tempera e un enorme foglio bianco. Niente pennelli, ovviamente; si possono usare solo le dita. Ecco cos’è per me l’editing ed ecco perché ho deciso di fare l’editor: sporcarsi senza ritegno con le parole fino a cavarne il meglio; immergersi nella scrittura in un modo diverso – ma ugualmente accattivante – di quello dello scrittore; vedere un manoscritto da un’altra prospettiva, coglierne gli aspetti traballanti (passatemi il termine, saite buoni) e capire come si possono migliorare, come si può tirare fuori il meglio da un testo.

Nasce tutto – tutto – da lì: dalla mia passione per la scrittura, dall’amore viscerale che nutro per quella che ritengo (senza un briciolo di modestia, lo ammetto) la più completa forma d’arte a disposizione della mente umana.

Ps: all’interno di ogni testo di questa rubrica inserirò un refuso, un errore, una svista, un’imprecisione… una porcheria, insomma. Al primo che la troverà e me la segnalerà in privato (non possiamo rendere la vita troppo facile ai partecipanti, giusto?) l’agenzia offrirà il 50% di sconto su uno dei nostri servizi editoriali a sua scelta.

Potete segnalare l’errore scrivendo un messaggio alla pagina Facebook Tracce d’Inchiostro oppure al profilo Instagram Tracce d’Inchiostro.

La caccia è aperta.

Stefano Mancini

Scopri il nostro servizio di editing in questo articolo. Editing

 

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