Tracce d'inchiostro Agenzia di Servizi editoriali / News  / Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor? La storia sono loro (parte 1)
Quinto articolo per la rubrica "Ma come mi è venuto in mente di fare l'editor?" Oggi parliamo di personaggi.

Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor? La storia sono loro (parte 1)

Quinto articolo della rubrica “Ma come mi è venuto in mente di fare l’editor?” a cura di Stefano Mancini.

Non si può parlare di scrittura, senza affrontare l’aspetto forse prioritario intorno a cui ruota qualunque storia: i personaggi.

Diciamocelo: possiamo fare a meno di tutto, tranne che di loro. Addentriamoci quindi nell’analisi – veloce, perché qui si tratta sempre di pillole – dei personaggi e delle loro caratteristiche principali. E come faccio spesso, preferisco partire da ciò che non si dovrebbe fare.

Uno degli errori che si commette più spesso, quando si pensa a un personaggio, e soprattutto quando lo si trasporta poi sulla carta, è quello di descriverlo, nella convinzione che sarà più accattivante e riconoscibile per il lettore.

È una convinzione errata, poiché – e pensateci quando siete voi a leggere – difficilmente una vuota descrizione, a maggior ragione quando interessa solo l’aspetto fisico, rimane davvero impressa.

Nei romanzi che edito, soprattutto quando si tratta di autori alla loro opera prima, mi capita di frequente di trovare personaggi “piatti”, che non appena fanno la loro comparsa sulla scena, vengono per prima cosa descritti fisicamente al lettore: “Tizio era alto, aveva capelli biondi, occhi verdi e un accenno di barba che lo rendeva ancora più sexy. Indossava un paio di jeans strappati e una maglietta col logo di una nota marca di abbigliamento”. Non ho copiato – non mi permetterei mai – questa descrizione da alcun romanzo che ho editato. Ma potrei citarvi decine di romani editati nel tempo che presentavano questo errore.

Ora vi chiedo: se foste dei lettori, quanto vi sarebbe utile questa presentazione? Quanto spesso, quando Tizio entrerà in scena, ve lo immaginerete come ve lo ha presentato l’autore? E soprattutto: come pensate che caratterizza il personaggio il fatto che abbia gli occhi verdi e i capelli biondi?

Non sono tratti distintivi, non gli danno qualcosa in più, non ci aiutano a immaginarcelo davvero. Sono elementi “esterni”: biondo o bruno, alto o basso, occhi verdi o azzurri sono solo aggettivi, non caratterizzano e non qualificano il soggetto.

Se state scrivendo, ricordate che quando immaginate un vostro personaggio, a maggior ragione uno dei protagonisti, non dovete pensare al suo aspetto fisico (a meno che, ovviamente, non abbia una caratteristica fuori dal comune, ad esempio una gamba o un braccio in meno), ma a tutta un’altra serie di aspetti. Quali? Lo vedremo nel prossimo episodio.

PS: avete individuato il refuso inserito in questo articolo? Ricordo che al primo che lo scova e me lo segnala in privato l’agenzia offrirà uno sconto del 50% su uno dei nostri servizi editoriali a sua scelta.

Potete segnalare l’errore scrivendo un messaggio alla pagina Facebook Tracce d’Inchiostro oppure al profilo Instagram Tracce d’Inchiostro.

La caccia è aperta.

Stefano Mancini

Dopo aver scritto, curato e pubblicato il tuo romanzo, forse potresti aver bisogno di un ufficio stampa. Scopri il nostro servizio! Link

No Comments

Post a Comment